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Ai Confini Del Male


Ai confini del male, film diretto da Vincenzo Alfieri, è incentrato su una sparizione, quella di due giovani scomparsi a seguito di un rave in un bosco, sito nei pressi di un paesino remoto. Sul caso sono chiamati a indagare due carabinieri, Meda e Rio. Il primo è un uomo che ne ha passate tante e si è ormai arreso alla vita; il secondo, invece, è un capitano dal carattere rigido, corretto e distaccato, soprattutto nelle indagini.Le ricerche porteranno a credere che la causa della scomparsa dei due ragazzi sia associabile a un "mostro" che già aveva agito in passato. Questa volta, però, sembra che l'assassino abbia rapito le persone sbagliate...




Ai confini del male


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Ai confini del male si svolge in un borgo quasi sospeso nel tempo, non solo privo di connotazioni geografiche ma che è anche una sorta di limbo fuori dal mondo: nessun centro abitato, solo alcune case, un bosco, un lago, rovine abbandonate foriere di chissà quali misteri, il capannone dove si è svolto il rave, e una cripta sotterranea dove pare che si svolgessero riti satanici. La sceneggiatura si sposta (e ci sposta) continuamente attraverso varie ipotesi, condotte attraverso le rigorose indagini dei due protagonisti: chi è il Mostro di Velianova? Perché uccideva ed è tornato a uccidere dopo dieci anni? Un satanista? O un giustiziere, visto che le vittime erano spacciatori?


Martedì 19 ottobre alle ore 14.00 negli studi di Sky si terrà la registrazione de Il Cinemaniaco incontra Ai confini del male. Gianni Canova intervisterà gli interpreti Edoardo Pesce e Massimo Popolizio e il regista Vincenzo Alfieri.. Il programma andrà in onda, in prima tv, venerdì 29 ottobre alle 20.45 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema Due. Registratevi (i posti sono limitati) per assistere alla diretta Zoom


Si apre con un primo piano su delle fiamme Ai confini del male, il film Sky Original di Vincenzo Alifieri, in onda Il 1 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand. Nella recensione di Ai confini del male vi raccontiamo la storia di un rapimento, di due ragazzi, due famiglie ma soprattutto quella di due uomini, due carabinieri con dei traumi nel loro passato che non sono ancora sopiti. E che, prima ancora che con l'assassino, si troveranno a dover fare i conti con loro stessi. Ai confini del male è un noir diverso dal solito, inquietante e atmosferico, in cui il vero mistero non è quello su cui i due carabinieri stanno indagando, ma quello che portano dentro di loro. Curatissimo a livello visivo, lo è meno dal punto di vista dell'intreccio, dei collegamenti all'interno della trama. Ma vedere un film come questo, che ambisce alle migliori serie internazionali di questo genere, nell'attuale panorama italiano è un piacere.


Per i primi dieci minuti, Ai confini del male va avanti in maniera quasi subliminale. Con scene brevissime, dei flash, e un montaggio serratissimo. Alfieri vuole lasciare intendere, suggerire cosa accade, per poi passare al racconto vero e proprio, che continuerà ad alternare momenti più riflessivi ad altre sferzate. Quei primi minuti sincopati sono - come ha dichiarato il regista - la volontà di dare uno schiaffo allo spettatore. Ma, in fondo, vogliono anche dirci che l'anima della storia non è il rave o il sequestro, ma quello che avviene dopo.


Vincenzo Alfieri è un regista che sa confezionare mondi, che sa bene come creare, nei suoi film, atmosfere ben precise. Gli uomini d'oro, il suo film precedente (una vera sorpresa) era un film urbano, in cui il grigio della città veniva ammantato da luci al neon, conferendo un'estetica tipica degli anni Ottanta a una storia che veniva dagli anni Novanta. Ai confini del male è invece extraurbano, è immerso nella natura selvaggia. Vive nel bosco, tra gli alberi e una terra umida che pare quasi di toccare, di sentire addosso. I colori dominanti sono il verde scuro e il blu delle acque del fiume su cui spesso si affaccia la storia.


Edoardo Pesce veste i panni di Cane Pazzo, tenente dei carabinieri che non indossa la divisa, ma la giacca di pelle. Sdrucito, stanco, ferito, una perfetta figura da noir aggiornata ai nostri tempi, Cane Pazzo è manesco, iracondo, va a prostitute, e non sembra tenero nei confronti delle donne. Negli ultimi anni lo abbiamo visto in tanti film (Cuori puri, Fortunata, Dogman), dove ha sempre lasciato il segno, ma è stato spesso un comprimario, un non protagonista. Ai confini del male gli regala finalmente un ruolo da protagonista, e per uno dei migliori attori del momento è un riconoscimento importante. Edoardo Pesce è calato alla perfezione nel ruolo. Il suo fisico imponente, ma soprattutto gli occhi piccoli, taglienti, infuocati, dolenti riescono a donare un'anima al personaggio. La parlata strascicata, stanca, aggiunge un ulteriore colore al personaggio che ha subito un trauma nel suo passato.


Massimo Popolizio è Rio, il colonnello dei Carabinieri. È a prima vista quello regolare, quello che rispetta le regole, quello che indossa la divisa e le porta rispetto. Sicuro di sé, almeno in apparenza, parla con un tono di voce basso, con lo sguardo fisso. Sembra lontano da Meda, ma qui siamo in una terra di nessuno dove bene e male si fondono, dove gli opposti si attraggono per poi magari scontrarsi. Quella divisa a cui tiene tanto, che dice di onorare, è in realtà per lui uno schermo, uno scudo, che nasconde altro.


La materia di cui è fatto Ai confini del male allora è suggestiva, curata, degna di un thriller internazionale. Tra i modelli di Alfieri ci sono anche Seven di David Fincher e Prisonersdi Denis Villeneuve. Ma il regista si dimostra abile nel gestire i toni e le atmosfere. Un po' meno nel gestire l'intreccio, la trama gialla che, a tratti, all'inizio si fa fatica a seguire e poi presenta qualche buco. La chiave del film però non è tanto nei fatti raccontati quanto nei caratteri dei personaggi, la loro indole, la loro identità. Per godersi questo film serve abbandonarsi al fluire della storia insieme ai personaggi. E perdersi insieme a loro tra i boschi, lungo le acque, e nel buio della loro anima.


Nella recensione di Ai confini del male vi abbiamo parlato di un noir diverso dal solito, inquietante e atmosferico, in cui il vero mistero non è quello su cui i due carabinieri stanno indagando, ma quello che portano dentro di loro. Curatissimo a livello visivo, lo è meno dal punto di vista dell'intreccio. Ma vedere un film come questo, che ambisce alle migliori serie internazionali di questo genere, nell'attuale panorama italiano è un piacere.


Antropologo, ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Università di Torino e due diplomi al conservatorio. È stato in Africa centrale, compiendo le sue ricerche a fianco dei pigmei Baka e di altri cacciatori-raccoglitori del bacino del Congo; in Camerun i Baka lo hanno sottoposto al loro rito segreto di iniziazione maschile, cosa che lo ha portato a essere accolto in uno dei loro clan. Da questa esperienza è poi nato il libro La foresta ti ha, pubblicato da Castelvecchi e da LIT nel 2012. Ha poi pubblicato anche Ai confini del gusto. Viaggio straordinario fra i cibi più insoliti del pianeta (Sonzogno 2016). 041b061a72


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